“Io non amo” – Intervista all’autore

Recensione di “Io non amo”

autore Jacopo Lupi

Edizione Lupi Editore (nuova edizione 2016)

A cura di Lara Bellotti Agente letterario

Ho letto questo romanzo trascinata dalla trama sensazionale. Jacopo Lupi, autore ed editore, presenta questo romanzo con uno stile che dà spazio a una lettura “senza fiato”. Impossibile iniziare a leggerlo e non continuare fino alla fine.

Un testo che racchiude mille significati, fatto di storie che arrivano sempre più alle conclusioni di ciò che l’autore vuole trasmettere. I giovani sono i protagonisti di questo scritto, con le loro “problematiche esistenziali”. Sono vere, non cambiano, da una generazione all’altra sono sempre le stesse. La paura del giudizio, impressa spesso dai genitori e dalla società. La paura di provare amore, e nello stesso tempo di sentirlo, quindi metterlo in “un angolo”, nasconderlo come fosse una maledizione, a volte con gesti estremi.

La tematica, rivolta ai giovani, imprime nel lettore anche il suo punto forte: uscire dal giro di boa, iniziare a credere in sè stessi, andare oltre le paure e i giudizi, per ritrovarsi interiormente ed essere felici. Cambiare il “registro”, amare sè stessi per essere amati. Un viaggio che va dall’adolescenza all’età adulta.

Jacopo Lupi, scrive questo romanzo come la trama di un film che ha il sapore di vite vere, esperienze provate, o che provano, la maggior parte dei ragazzi di oggi. Insoddisfazioni, insicurezze, eccessi e abusi. Leggendo ci possiamo trovare esattamente lì, dentro quel turbine che trasporta ogni personaggio che potrebbe essere, in realtà, ognuno di noi. Lo stile molto fluido, ben descrittivo, coinvolgente, senza mezzi termini.

Devis Reno, il personaggio principale, studente universitario a Bologna e impiegato par-time nel policlinico Sant’Orsola, è un ragazzo che non si risparmia negli eccessi, ma soprattutto che “non ama”. Non riesce a stare solo, ma nello stesso tempo non vuole legami importanti. Vuole emergere dalla massa, ma nello stesso tempo è preso da un turbine che, puntualmente e razionalmente, lo blocca; questo turbine è il poco amore di sé. Un mal di testa, costante giornaliera per lui, e l’incontro con Ilaria, gli cambiano la vita. Tanti i personaggi che fanno parte di questo scritto, tante le vicissitudini e i colpi di scena, ma tutti ben collegati.

Mi colpisce in particolare una citazione, che ritengo molto veritiera, ed è solo un accenno di quanta riflessione porta l’opera dell’autore:

Come si fa ad amare così?
L’amore non è due persone che si sorreggono, neanche due metà di una stessa mela che un bel giorno si incontrano.
Noi tutti siamo mele intere. L’amore, semmai, deve essere un ramo e due mele che maturano l’una accanto all’altra.
Da soli dobbiamo essere tutto per noi, altrimenti come facciamo ad essere tutto per qualcun altro?

Uno stile che rapisce qualsiasi lettore, semplice ma deciso. Momenti di grande emozione nel leggerlo, ma anche di mistero.

Un finale di cui lascio solo un accenno: una lettera trovata da Devis … una partenza verso l’Africa mai immaginata, un viaggio con gli altri protagonisti: Simone, Ivana e Michela, perchè? Beh… qui subentra il mistero, e quindi vi lascio con una buona lettura dal finale totalmente inaspettato!

Lara Bellotti agente letterario

IL ROMANZO

Davis Reno. Giovane viziato dei giorni nostri, incastrato in un mondo che non capisce più. Studente universitario a Bologna e impiegato part-time nel policlinico Sant’Orsola. Una vita che gli scivola addosso, trascorsa senza il minimo tentativo di reagire a quella tristezza quotidiana che stringe la gola e non ci fa volare. Il mal di testa che non lo lascia stare un attimo; l’incontro con Ilaria, in una mostra a Milano, che gli cambierà la vita per sempre. Un cammino verso la scoperta di se stesso che lo porta a fare conoscenza con i punti più bassi della vita: l’alcol, la droga, l’estrema solitudine. Un viaggio introspettivo dentro di sé che lo condurrà a una decisione finale, per tentare di salvarsi dall’inerzia del suo estremo non amare mai.

Uno stile che rapisce qualsiasi lettore, semplice ma deciso. Momenti di grande emozione, ma anche di mistero. Un evento che stravolge tutto. Una lettera trovata. Un partenza verso l’Africa. Un finale che non ti aspetti e che rimescola tutto, di nuovo.

L’AUTORE

Jacopo Lupi è scrittore, editore e Book Coach. Fino ad ora ha già aiutato centinaia di autori emergenti a scrivere, pubblicare e promuovere libri. Nel campo editoriale, da più di 15 anni ha iniziato come scrittore emergente, ma dopo le tante porte in faccia e resosi conto delle tante difficoltà che incontravano gli autori emergenti nel trovare spazio in questo mercato, ha deciso di studiare e sporcarsi le mani nel mondo editoriale con il solo obiettivo di aiutare e rendere la vita più facile ai giovani scrittori, attraverso corsi di scrittura e di book-marketing, consigli sui Social e soprattutto facendo nascere la Casa Editrice Lupi Editore.

Apre una libreria indipendente, la Punto e a Capo, dove ospita settimanalmente emergenti, crea due festival per giovani scrittori, Il Festival delle NarrAzioni e GiallOvidio e cura direttamente il progetto di Formazione editoriale ScrivoCreativo.

È autore di manuali sulla scrittura creativa e di opere Teatrali, il suo esordio narrativo invece lo deve a Io Non Amo (2008), tradotto per il mercato americano.

“A 12 anni dalla sua prima uscita e dopo più di 10 mila copie vendute un romanzo che continua a sorprendere per la sua attualità e per le profonde riflessioni in cui trascina i lettori in tutto il mondo.”

L’INTERVISTA

Ciao Jacopo, nel ringraziarti per la possibilità di aver letto e recensito il tuo romanzo “Io non amo”, ora facciamo 2 chiacchiere! Parliamo un po’ di te e del tuo libro.

-Come è iniziato il tuo percorso, e com’è nata la tua passione: ovvero dallo scrittore al libraio, fino a diventare Editore.

R. In realtà la passione per i libri c’è sempre stata e mi ha sempre accompagnato nella vita. Sono per così dire un figlio d’arte perché mio nonno materno era un professore, politico e scrittore, mio padre un professore e scrittore quindi sono cresciuto in mezzo ai libri e con due esempi di vita che mi hanno sempre indirizzato verso la scrittura. Ho fatto tante cose nella mia vita, ho provato con il teatro, mi sono laureato in Scienze Politiche a Bologna iniziando una carriera da giornalista ma più andavo avanti più sentivo che la mia vera aspirazione, il mio posto nel mondo, era il libro. Così ho lasciato tutto e ho cominciato a lavorare in librerie e case editrici non trascurando mai la scrittura. Poi dall’essere un semplice commesso di librerie o lavorare in redazione in case editrici a buttarmi nell’imprenditoria il passo è stato breve, nel senso che sentivo di aver molto da dare a questo mondo e volevo giocare con le mie regole. Quindi mi sono fatto coraggio e ho aperto prima una libreria, Punto e a Capo, nella mia città e poi una casa editrice, la Lupieditore, e comunque continuo a scrivere.

-Cosa ti ha spinto a scrivere un testo così importante per i giovani, e qual è il messaggio che vuoi trasmettere a tutti, attualmente più che mai riversati quasi nell’ignoto futuro di questa società.

R. Quando ho iniziato a scrivere questo libro, esattamente dieci anni fa, ero appunto “un giovane riversato quasi nell’ignoto di questa società” e quindi la molla che è scattata in me è stata quella di far venir fuori la voce dei giovani che si perdono in falsi bisogni, nell’alcool, nelle droghe e altro solo perché non riescono a trovare spazio in una società fatta di regole e di quotidianità. Poi, pagina dopo pagina, mi sono accorto che stava venendo fuori quasi un manifesto che raccontava una verità importante, quella del non amare se stessi e del non riuscire ad amare da parte di molti giovani quindi il messaggio che voglio lanciare con il mio libro è “non potrai mai amare nessuno se prima non provi ad amare te stesso”. Questo è il dilemma del protagonista ma credo di molti giovani. Poi ci tengo a dire che un romanzo scritto ormai dieci anni fa e quando ho aperto la casa editrice mi è venuta voglia di dargli nuova vita anche perché lo reputo sempre attuale.

-È uno scritto forte, senza mezzi termini, ma con molte emozioni, Quali sono state le tue mentre lo scrivevi? 

R. Si è volutamente forte perché stavo raccontando la realtà dei giovani e romanzandola addolcendo i termini o parafrasando le emozioni non avrei raggiunto lo stesso obiettivo. Per questo ho lasciato fluire parole e pensieri tipici del mondo giovanile di cui facevo e faccio parte, non censurando nulla. Però come dici anche tu è un libro fatto di emozioni che spero di esser riuscito a trasmettere al lettore. Mentre scrivevo ero un pentolone di emozioni che ho svuotato sul foglio bianco. Ero in subbuglio totale perché il bello dello scrittore è scrivere ciò che si vive ma allo stesso tempo vivere ciò che si scrive, quindi mi sono emozionato tanto e spero di averlo trasmesso. 

-Chi è nella realtà di ogni giorno Jacopo?

R. Jacopo è uno scrittore di racconti, romanzi e opere teatrali nei ritagli di tempo. Un libraio appassionato e un editore scrupoloso e curioso per lavoro. Un attore teatrale per hobby e un divoratore di libri appena posso. 

-Un tuo parere in riguardo all’editoria attuale in Italia, quali le problematiche e quali i punti di forza?

R. A questa domanda ora ti rispondo sicuramente in maniera molto diversa rispetto a qualche anno fa essendoci dentro fino al collo. L’editoria sta vivendo forse il suo periodo più nero per colpa della velocità e frenesia del mondo, della crisi economica e dell’avvento dell’era digitale. In realtà questi sono problemi che soprattutto i Itali destinati a risolversi, poiché credo che il libro riprenderà a breve il posto che merita. Il vero problema sono i centinaia di tipografi che si spacciano per editori, che dietro lauto compenso immettono nel mercato già saturo centinaia di libri al giorno. Questo ha creato uno scompenso facendo nascere in Italia più scrittori che lettori illudendo molti autori che potrebbero dedicarsi ad altro e bloccando autori validi in un mercato aggressivo e ormai troppo saturo. Il punto di forza è sicuramente il fatto che siamo in un paese comunque di grande cultura e questo salverà l’editoria, sempre.

-Una domanda a bruciapelo: quale libro riposa sul tuo comodino attualmente? E quale non leggeresti mai?

R. Oltre alle decine di bozze di emergenti da valutare c’è “A volte ritorno” di John Niven che mi sta divertendo per l’originalità, Gesù che dopo cinque secoli di vacanza decide di tornare sulla terra ai giorni nostri anche se il quadro che gli delineano non è esattamente come se lo ricordava, e poi “Una storia semplice” di Sciascia che in realtà è una storia complicatissima, un giallo davvero particolare. Invece, proprio perché sono molto curioso, non c’è un libro che non leggerei mai, anche se diciamo che la saggistica la snobbo un po’.

-In “io non amo” troviamo il finale aperto, hai già qualcosa di nuovo in cantiere? Ci stupirai nuovamente con un nuovo libro? 

R. In realtà la ristampa di Io Non Amo nasce perché sto proprio lavorando a un nuovo libro che uscirà a breve, non voglio anticipare nulla ma sarà un nuovo esperimento per me e spero di avere altrettanto successo come è stato per Io Non Amo.

Grazie per la tua disponibilità e la bellezza del tuo scrivere! spero di poter leggere il seguito molto presto, e proporlo ai lettori con lo stesso entusiasmo che mi ha accompagnata con IO NON AMO.

Lara Bellotti agente letterario

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