L’INTERVISTA
Da dove nascono il tuo interesse per i vampiri e l’idea per questo saggio?
Tutto parte dalla lettura del romanzo “Dracula” di Bram Stoker da ragazzina, in un periodo in cui ero molto affascinata da Edgar Allan Poe e dalla letteratura gotica in generale. Quando poi all’università frequentai il corso di storia del cinema, imbattendomi casualmente (o forse no) in “Nosferatu” e altri capolavori tedeschi, decisi di voler approfondire quella figura così interessante e iniziai a vedere tutti i film al riguardo. Nel tempo è quindi maturata in me l’idea di voler fare la tesi di laurea proprio su quell’argomento, quindi una tesi di letteratura inglese comparata con storia del cinema. Dopo qualche tentativo ho trovato il professore disposto a seguirmi in questa mia “follia” (gli sono ancora molto grata) e dopo varie tappe e ricerche a Dublino (città di Stoker) sono riuscita a portare a termine il progetto. Solo passato qualche anno ho notato che l’interesse verso l’argomento poteva riguardare anche altri appassionati, considerando gli elementi sociologici e psicologici con cui avevo arricchito la ricerca, e ho proposto il saggio ad alcune case editrici.
Qual è stato l’aspetto più affascinante della tua ricerca su Dracula e i vampiri?
Questa ricerca mi ha dato modo di vivere diverse esperienze indubbiamente affascinanti. Addentrarmi nella lettura di opere originali che non erano ancora state analizzate, visionare tantissimi film, recarmi nei luoghi in cui il romanzo di Stoker era ambientato, tutto ha contribuito a rendere unica la realizzazione di questo libro. Se devo scegliere, devo dire che il ricordo delle notti trascorse a Dublino a leggere “Intervista col vampiro” mi mette ancora qualche brivido (e approfitto per ricordare la grande autrice Anne Rice, di recente scomparsa).
Il vampiro e i suoi simboli: Viaggio da Dracula di Stoker al vampiro ultramoderno

Quali aspetti del vampiro potrebbero riguardarci più da vicino?
Il vampiro è molto più umano di quanto possa sembrare a un primo sguardo. Egli ha ovviamente la connotazione di “mostro”, di diverso, di essere spregevole e crudele, che agisce esclusivamente per suo tornaconto. Ma analizzando meglio, è una figura che ha sentimenti e percezioni vicinissime a quelle degli esseri umani, e d’altronde è stato un essere umano egli stesso, prima di diventare quel che è. La paura della morte è uno degli aspetti che ci riguarda in maniera più forte. Il vampiro, pur essendo immortale, è condannato a una vita (o meglio, non-morte) di insoddisfazione, di continua ricerca (del sangue altrui) per poter appunto sopravvivere. Quindi anche il vampiro vive con la costante paura di porre fine alla sua non-morte, e allo stesso tempo subisce la condanna di essere immortale.
Così si esprime Nosferatu nel film di Herzog:
“Io ora al sole non attribuisco più nessuna importanza, né alle scintillanti fontane che alla gioventù piacciono tanto. Io adoro solo l’oscurità e le ombre, dove posso essere solo con i miei pensieri. (…) Il tempo è un abisso, profondo come lunghe e infinite notti, i secoli vengono e vanno. Non avere la capacità di invecchiare è terribile. La morte non è il peggio: ci sono cose molto più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli, sperimentando ogni giorno le stesse futili cose”
Nel libro vengono analizzate le varie trasposizioni cinematografiche del romanzo di Stoker, qual è il tuo rapporto con il cinema?
La mia passione per il cinema va di pari passo con quella per la lettura. Il fascino dell’immagine sullo schermo, ma anche quello del lavoro di scrittura che c’è dietro un prodotto audiovisivo, ha una grande potenza. Personaggi come Dracula sono quindi i più adatti ad essere rappresentati dal cinema, e per fortuna abbiamo avuto delle grandi trasposizioni del romanzo di Stoker e di altre opere. Al di là della fedeltà alla storia, ai personaggi, e le inevitabili differenze tra un’opera letteraria e una filmica, bisogna ringraziare il cinema per averci regalato fotogrammi indimenticabili (basti pensare alla scena di Nosferatu che sale le scale di notte) e per aver anche aiutato molti giovani ad avvicinarsi alla lettura.
A quali lettori consiglieresti il tuo libro?
Questo libro può essere letto da tutti, perché pur essendo un saggio cerca di utilizzare uno stile chiaro e diretto. Ovviamente le varie analisi e approfondimenti possono richiedere alcune conoscenze di base, ma ciò non ne impedisce la comprensione. Lo consiglio sia agli appassionati del genere ma anche a chi vuole avere una prospettiva diversa sull’argomento, approcciandosi a tematiche che spaziano dall’horror vero e proprio ad ambiti psicologici e sociologici.

I giovani non si avvicinano facilmente alla letteratura e al cinema del passato. Hai qualche suggerimento perché questo avvenga più spesso?
Purtroppo questo è vero, mi è capitato ultimamente di sentire dei giovani definire “vecchio” un film degli anni ’90… e inevitabilmente mi son chiesta cosa avrebbero pensato di un film muto? Essendo anche insegnante nelle scuole superiori, quando possibile cerco di integrare il mio programma con la visione di film, o almeno di scene di film che possano in qualche modo incuriosire i ragazzi e portarli poi a cercarli su internet, dato che ora hanno questo strumento così potente. Un’altra opportunità, a parte la scuola, viene data dai Cineclub, importantissimi nel proporre film vecchi magari poco reperibili. Sarebbe auspicabile aiutare queste associazioni a non scomparire del tutto.
Il vampiro è un personaggio di invenzione ma si ispira anche alla realtà. Ci puoi raccontare una storia reale associata al vampiro?
Esistono diversi personaggi reali associati a pratiche di vampirismo o simili. Una delle più inquietanti è la nobile ungherese Elisabetta Bathory, soprannominata appunto “Contessa Dracula”, perché avrebbe torturato e ucciso (insieme ai suoi collaboratori) almeno un centinaio di donne. Una vera serial killer assetata di sangue.
Il vampiro e i suoi simboli: Viaggio da Dracula di Stoker al vampiro ultramoderno
Quanto sono importanti i personaggi femminili in “Dracula”? Sono solo vittime?
Questa domanda mi dà la possibilità di parlare di uno degli aspetti più importanti e interessanti del romanzo di Stoker: i personaggi femminili e il ruolo della donna. Le due protagoniste infatti, Lucy e Mina, sono due donne quasi opposte ma complementari. L’una passionale, l’altra riservata; Lucy più istintiva e libera, Mina più razionale e prossima alle nozze. Queste loro caratteristiche sono accentuate dal loro rapporto con Dracula, in cui entrambe sono vittime ma in maniera diversa. Ed entrambe saranno poi libere e liberate compiendo un percorso di coraggio e determinazione.
Da quanto scrivi? Hai pubblicato altri libri?
Scrivo da tanto tempo, mentre ho iniziato a pubblicare da poco. Sin dalle scuole superiori ho conseguito qualche premio letterario con miei racconti, successivamente ho frequentato a Roma corsi di sceneggiatura e di scrittura creativa. Nel 2020 ho finalmente terminato il mio primo romanzo e una raccolta di racconti (“Farfalle mutanti”). L’ultima pubblicazione è il romanzo “Come l’alba e il tramonto” (Brè edizioni).
Hai altri progetti in vista?
I progetti per chi scrive non finiscono mai. Anche i periodi di “blocco” o meno creativi portano poi alla realizzazione di qualcosa, quando si rimettono insieme tutti i pezzi. Mi piacerebbe pubblicare un secondo romanzo al più presto e anche che questo saggio avesse un seguito, per esempio un libro che approfondisca uno dei tanti aspetti trattati. Forse è un progetto troppo lungo e ambizioso, ma confido nell’immortalità.

Una risposta a “Francesca Erriu Di Tucci – Intervista all’autrice”
L’ha ripubblicato su Dalla Stella alla Terrae ha commentato:
Intervista sul sito dell’editore Lupi per *Il vampiro e i suoi simboli – Viaggio da Dracula di Stoker al vampiro ultramoderno*