
Il legame tra le viscere della storia italiana e le vicende intime e personali che ne sono intrise trova un’espressione acuta e coinvolgente nel romanzo “Un Uomo dalla Schiena Dritta” di Leonardo Labita. Attraverso il calamo dell’autore, le pagine di questo libro s’impregnano dell’amarezza di un ricordo familiare, ma esplodono nella consapevolezza collettiva di un’epoca e di un contesto socio-politico intricato e spesso doloroso.
Il Dramma Personale e Collettivo
Giovanni Marchese, nonno dell’autore, è la figura attorno alla quale il romanzo tessuta la sua densa trama. Uomo d’integrità e di battaglie, viene brutalmente assassinato in un episodio che, pur essendo di profonda ingiustizia e crudeltà, sembra sparire nell’oblio dell’indifferenza delle istituzioni e della società. Lavoratore onesto, marito e padre devoto, sindacalista dalle ferme convinzioni, Giovanni viene ritratto con una pennellata delicata e amorosa, eppure forte e decisa, in cui il personale e il politico si intrecciano inestricabilmente.
Il Panificio e il Sindicato: Due Mondi, Una Battaglia
In ogni pagina del romanzo, il panificio di famiglia e le lotte sindacali si fondono in un’unica, ampia narrazione, dove l’aspetto quotidiano e familiare della vita di Giovanni si fa specchio di una lotta più ampia e collettiva per i diritti e la dignità. La dimensione domestica e quella pubblica sono due sfere che coesistono, s’intrecciano e si influenzano a vicenda, delineando un ritratto complesso ed emotivo non solo dell’uomo, ma anche del contesto in cui egli agiva e viveva.
Ingiustizia e Memoria: La Lotta Continua
Le indagini sulla morte di Giovanni, affrontate con indolenza e disinteresse dall’apparato giuridico dell’epoca, diventano metafora di un’Italia che fatica a fare i conti con le proprie ombre, con la corruzione e con la mafia. Giovanni, pur nella sua morte ingiusta e violenta, non diventa un simbolo di resistenza o di memoria per la comunità; la sua storia e il suo sacrificio sembrano scivolare via, perdendosi nell’oblio della storia collettiva.
Oltre la Storia, Oltre il Doloroso Silenzio
Il romanzo, però, non si ferma all’amara constatazione della perdita e dell’ingiustizia. Labita, con sapiente maestria, tessendo il filo della memoria familiare, ravviva il ricordo di Giovanni, offrendogli una seconda vita attraverso le pagine del libro e provocando nel lettore una riflessione profonda sul valore della memoria individuale e collettiva. L’opera diventa un mezzo per ribadire l’importanza del ricordo, della testimonianza e dell’impegno civile, evocando la speranza che ogni piccolo gesto di resistenza e ogni piccola storia dimenticata possano trovare spazio e voce in un coro più ampio di giustizia e verità.
Il romanzo “Un Uomo dalla Schiena Dritta” è un delicato, ma al tempo stesso potente, monito a non dimenticare, a scavare nella propria storia personale per comprendere quella collettiva e a cercare, attraverso la memoria e la condivisione, un sentiero verso la giustizia e la consapevolezza.
In un’epoca in cui l’individualismo sembra spesso prevalere sull’impegno comune, la storia di Giovanni, splendidamente raccontata da Labita, ci ricorda che ogni individuo, con la sua vita, le sue scelte e i suoi sacrifici, è parte integrante di un tessuto sociale e storico che merita di essere custodito, raccontato e onorato.
L’ Autore
Nato ad Alcamo nel 1981, comune della provincia di Trapani dove attualmente vive con sua moglie Loredana e le sue due figlie Aurora e Azzurra.
Ha vissuto l’adolescenza alimentando la passione per lo sport mentre quella per i numeri e il computer lo ha portato ad intraprendere il percorso formativo che gli ha fatto conseguire il diploma di ragioniere programmatore.
E’ proprio durante il biennio scolastico che è nata in lui la passione per la scrittura che lo ha indotto a prendere parte a diversi progetti e iniziative scolastiche di natura giornalistica.
Subito dopo il diploma è stato assunto in banca dove tuttora lavora, nel 2013 ha rispolverato la sua passione iniziando a collaborare con diversi siti e blog sportivi.
All’inizio del 2014 ispirato dalla sua prima figlia Aurora, ha portato a compimento e pubblicato con Nicola Calabria Editore “Nel nome del padre”, opera premiata nel 2014 nell’ambito del concorso internazionale diaristico “Premio Filippo Maria Tripolone” e di quello nazionale “Narrando per passione”.
Un diario che racconta il viaggio della gravidanza e i primi mesi da genitori dal punto di vista del padre.
Nel 2015 pubblica con CSA EDITRICE il romando “Una Vita da Rivivere” premiato nel 2016 all’interno del Premio Culturale Nazionale “Cesare Beccaria” con menzione d’onore.
All’inizio del 2016 autopubblica l’eBook “A pane e Juventus”.
Nel 2019 invece è tra i finalisti del premio internazionale “Michelangelo Buonarroti” con il racconto (Ri)Trovarsi.

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