INTERVISTA ALL’AUTORE: Mulo’s: l’avventure d’un cavaliere errante di Davide Molino

Genesi dell’Opera: Qual è stata la scintilla iniziale che le ha dato l’ispirazione per scrivere “Mulo’s: l’avventure d’un cavaliere errante”?

Scrissi i primi versi di Mulo’s un mattino polveroso di parecchi anni fa, chino su un banco di IV Ginnasio durante una soporifera lezione di sintassi latina, scegliendo fra i compagni di classe i vari personaggi che sarebbero poi apparsi nel poema. Ero stato ispirato dai versi di Boiardo e di Ariosto, unitamente alla passione per Omero e Virgilio, che mi hanno indotto ad inserire in un poema cavalleresco elementi classici come gli dèi dell’Olimpo.

Il Protagonista: Da dove nasce il personaggio del fabbro, e perché ha scelto di rappresentarlo come figura eroica, pur mantenendo un approccio mentale tanto unico e singolare?

Ho voluto creare un eroe non convenzionale, in un periodo dove esisteva una netta divisione tra la nobiltà e il popolino. Tutti i cavalieri erano nobili, un umile fabbro poteva solo sognare di affrontare perigli ed avventure. Sicuramente risulta rappresentata la metafora sociale nella voglia di rivalsa, in parte nella ricerca della gloria, ma più di tutto nel voler omaggiare quei valori che vengono rappresentati nella figura del fabbro che elevandosi spiritualmente diventa cavaliere, in quel senso di lealtà e di onestà che lo spinge con sacrificio verso l’avventura.

Il Viaggio: Che significato attribuisce al viaggio del cavaliere attraverso l’Italia? Esiste un collegamento con la realtà socio-politica del paese?

Ci sono chiari riferimenti geografici e antologici legati ai luoghi che il cavaliere incontra nel suo cammino e che porterà il protagonista a incontrare nuovi compagni che con assoluta convinzione e spontaneità lo accompagneranno. Mulo gira l’Italia sia per il gusto dell’avventura che lo porterà a scontrarsi con draghi e giganti, ma soprattutto per raddrizzare i torti, cosa che lo porterà a scontrarsi con varie guardie cittadine e di conseguenza con i poteri corrotti della società, in un’epoca in cui l’Italia non era certamente unita ma dove i mali che affliggevano Venezia erano gli stessi che affliggevano Napoli. Significativo a questo proposito è la figura di Pierino il Basco, anarchico ante litteram.

Eroismo Oggi: Cosa rappresenta per lei l’eroismo nel contesto contemporaneo e in che modo pensa che il suo libro possa parlare ai lettori di oggi?

Sicuramente il racconto accentua molto il senso di eroismo incanalato nella figura del cavaliere, tradizionale attitudine intesa come la pura azione e il coraggio, ma quello su cui vuole maggiormente porre il suo accento è il non accettare mai l’ingiustizia quotidiana, pur simbolica che sia. Rivolgendoci a noi stessi e nonostante lo scritto sia dettato da una mentalità più giovanile (non dimentichiamo che il poema è stato scritto negli anni del liceo), ciò che resta senza tempo è il fatto che possiamo essere cavalieri nei comportamenti di ogni giorno, non accettando le prepotenze che trovano fertilità nell’indifferenza, ma anzi portandoci ad essere esempio positivo e contribuendo, anche nel piccolo, ad aiutare chi è in difficoltà in ogni ambito sociale, lavorativo e personale.

Simbolismo: Ci sono simboli o allegorie nascoste che vorrebbe che i lettori scoprissero attraverso le pagine di “Mulo’s”?

Le allegorie e il simbolismo si manifestano in modo più o meno celato ma con frequenza in ogni canto delle pagine di Mulo’s. Starà però al lettore, nell’attenzione al dettaglio anche nei momenti più ilari, riuscire a disvelarle potendo così godersi ancora di più la lettura.

La Poesia nel Racconto: Perché ha deciso di utilizzare la forma poetica e il canto per narrare le avventure di un cavaliere errante piuttosto che un approccio narrativo più tradizionale?

La metrica di Mulo’s in ottave è stato uno spontaneo omaggio al mio percorso di studio che in quel momento, ispirato dalle lezioni e dalle correnti letterali che già da allora mi appassionavano, hanno portato a considerarla senza dubbio alcuno come la forma perfetta per un’opera del genere.

Influenze Letterarie: Ci sono autori o opere che l’hanno particolarmente influenzata nel processo di scrittura di questa epopea poetica?

Prima tra tutti e come sicuramente si evince nell’impostazione dello scritto, la Divina Commedia di Dante Alighieri, da cui non smetteremo mai di imparare e alla cui fonte non smetteremo mai di attingere, poi i poemi cavallereschi del 500, senza dimenticare Cervantes e i poemi di Omero, cui si deve la divisione del poema in 24 canti. Un omaggio particolarmente sentito va a Stefano Tonietto e al suo Olimpio da Vetrego.

Temi Chiave: Quali considera essere i temi chiave della sua opera e come spera che vengano interpretati dai lettori?

Pur correndo il rischio di ripetermi, rimane sempre punto cardine di tutto il libro un atteggiamento combattivo propenso all’avventura ma soprattutto a intervenire contro i prepotenti per aiutare chi è in difficoltà; sicuramente poi l’ironia e il senso scherzoso, a volte gogliardico, che pervade tutto il racconto caratterizzandone lo stile.

Processo Creativo: Può dirci di più riguardo al suo processo creativo nello scrivere questa opera? Come ha bilanciato l’epicità delle imprese con il lirismo dei canti?

Alla base di tutto c’è senza dubbio quel senso d’ironia che sancisce gli albori del racconto nella sua genesi, la goliardia e la leggerezza che traspaiono da ogni pagina rappresentano quella che è stata la prima intenzione dello scrittore nel provare a comporre una storia che sfocia naturalmente nell’epico e nella mitologia, cercando al contempo di insegnare ai giovani lettori che non bisogna mai prendersi troppo sul serio. Uno scritto quindi che matura di pari passo con il mio percorso di vita, senza mai perdere quel lirismo di base nell’intenzione di mantenerne l’idea pura e originale.

Messaggio: C’è un messaggio o una lezione particolare che spera che i lettori trarranno dalle avventure del suo cavaliere errante?

Il racconto di Mulo’s è maturato di pari passo con la mia vita e con le molteplici esperienze occorse negli anni, nella leggerezza d’animo del cavaliere c’è un ragazzo che diventa uomo mantenendo la stessa spontaneità nei valori che fin dall’inizio lo contraddistinguono. Così come il nostro protagonista e nel maturare di tutti nel corso della vita, l’invito è quello di rimanere sempre noi stessi nella genuinità d’animo, perché oltre il tempo brilli sempre la nostra innocenza, in quei valori più belli che ci portano ad affrontare ogni giorno la quotidianità aggrappati a volte solo all’esile speranza di compiere l’azione giusta, perché è sempre meglio fingersi acrobati che sentirsi dei nani.

L’ Autore

Davide Molino

Spedizioniere fu di professione

Poeta e batterista per passione

<<Son Mulo da Torino cavaliero,

cavalco Scalcagnato quale equino

e impugno scudo con un mulo nero;

Riccardo il Tristo scelse il mio destino

ed io Jalasa prode qual scudiero;

brandendo Armenta lungo lo cammino

a Pitty donerò la mia vittoria>>,

e tutti quanti: <<A Mulo, a Mulo gloria!>>.

(VII, 8)

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