INTERVISTA ALL’AUTORE:  Un Uomo dalla Schiena Dritta di Leonardo Labita

Connessione Personale:

Come ha influenzato la sua scrittura e la percezione della storia la connessione personale e familiare con Giovanni Marchese?

In realtà è stata propria la connessione personale e familiare ad essere d’ispirazione.

Da anni sentivo il bisogno di “prestare” la mia passione per la scrittura al ricordo della storia di mio nonno che mi accompagna sin da bambino.

Costruzione del Personaggio:

In che modo ha cercato di bilanciare la rappresentazione accurata e rispettosa di Giovanni come persona reale con le esigenze narrative del romanzo?

Cercando in tutti i modi di adeguare le esigenze narrative al personaggio e non viceversa.

Risonanza Attuale:

In che modo crede che la storia di Giovanni risuoni nel contesto socio-politico italiano contemporaneo?

Credo che purtroppo la storia seppur datata 1962 per tantissime sfaccettature possa tranquillamente calarsi nel contesto attuale.

E questo, devo essere sincero, mentre lo penso mi provoca una tristezza infinita.

Penso alle problematiche che coinvolgono il mondo del lavoro al ruolo dei sindacati che oggi appiano sempre più politicizzati.

A questo si aggiungono i fenomeni dettati da una delinquenza che si presta ad essere la più facile e scontata soluzione a quello che per alcuni può ritenersi un problema e infine quel girarsi dall’altra parte a rimarcare un modus operandi di chi fa finta di non vedere che forse nel mondo di oggi rispetto al passato è apparentemente mitigato da azioni puramente di facciate all’insegna dell’ipocrisia.

Documentazione e Ricerca:

Quale tipo di ricerca ha dovuto fare per assicurarsi che gli eventi storici e il contesto del romanzo fossero accurati e autentici?

Le ricerche sono state di due tipi, quella personale dove ho attinto ai ricordi e testimonianze di persone e familiari che hanno vissuto quei momenti, quella chiamiamola “professionale” fatta di ricerche di articoli, libri e similari ottenute grazie all’aiuto del web.

Messaggio Chiave:

Qual è il messaggio fondamentale che spera i lettori estraggano dalla storia di Giovanni e dal suo romanzo?

Io ci leggo due tipi di messaggi.

Il primo è strettamente personale è consiste nel consegnare alla memoria della mia comunità la storia di mio nonno.

Il secondo messaggio è quello che ogni scrittore penso si possa augurare quando le sue pagine sono lette: creare ispirazione, stimolare momenti di riflessione o più semplicemente (si fa per dire) indurre a pensare ed elaborare.

Scelte Narrative:

Ha incontrato particolari sfide nel coniugare la narrazione degli eventi biografici con quelli storici e sociopolitici? Come ha superato queste sfide?

La natura della sfida che si è venuta a creare è stata stimolante, alimentata da una curiosità che mi ha dato la possibilità di ampliare il lavoro preliminare necessario alla stesura del racconto

Processo di Scrittura:

Come ha gestito il processo di scrittura di un tema così emotivamente carico e personale? Ci sono stati momenti particolarmente difficili o illuminanti durante la scrittura?

Come scrivo nella prefazione, il racconto mi ha dato la possibilità di viaggiare accanto a mio nonno, questa è stata una sensazione che ho avvertito passo dopo passo e che ovviamente non era preventivabile e neanche scontata.

Pertanto la cosa più difficile è stata sicuramente “tenere le distanze” tra la voce narrante e il protagonista e cercare di limitarmi a raccontare e descrivere il momento più drammatico della storia.

Riflessione e Memoria:

Cosa ha imparato durante la scrittura di questo libro e cosa spera che la società possa imparare ricordando storie come quella di Giovanni?

Mettere nero su bianco ricordi, sensazioni ed emozioni è sempre qualcosa che ti aiuta a vedere le cose in modo diverso e a stimolare pensieri, riflessioni e a vivere determinati stati d’animo.

Quello che spero nei confronti della società è che altre persone che come me hanno vissuto in famiglia storie simili possano trovare lo spunto per consegnare alla memoria vite e persone che hanno sacrificato la propria esistenza e condizionata quella dei propri cari a favore del prossimo.

Genere e Stile:

Perché ha scelto di raccontare questa storia sotto forma di romanzo piuttosto che, ad esempio, come un’opera di saggistica o una biografia?

Questa storia erano anni che sentivo di voler e di dover raccontare.

Ma a differenza di quanto mi era accaduto in occasione della scrittura di altri libri non riuscivo a trovare la giusta forma e struttura.

Ad un certo punto ho voluto dare più spazio a sensazioni e improvvisazione…è una volta iniziato a scrivere non mi sono più fermato ma sopratutto non ho avuto il bisogno di mettere in discussione l’idea e la forma.

Successivi Passi:

Pensa che ci saranno altri libri o progetti in cui esplorerà ulteriormente temi di giustizia sociale, memoria e resistenza?

Credo sia difficile perché è un genere lontano da quello che prediligo e che ho toccato anzi credo sia meglio dire sfiorato esclusivamente per il mio legame con il personaggio.

Ritengo che siano temi che debbano essere affrontati da chi porta in dote esperienza e capacità propedeutica a queste tematiche.

L’ Autore

Nato ad Alcamo nel 1981, comune della provincia di Trapani dove attualmente vive con sua moglie Loredana e le sue due figlie Aurora e Azzurra. 

Ha vissuto l’adolescenza alimentando la passione per lo sport mentre quella per i numeri e il computer lo ha portato ad intraprendere il percorso formativo che gli ha fatto conseguire il diploma di ragioniere programmatore. 

E’ proprio durante il biennio scolastico che è nata in lui la passione per la scrittura che lo ha indotto a prendere parte a diversi progetti e iniziative scolastiche di natura giornalistica. 

Subito dopo il diploma è stato assunto in banca dove tuttora lavora, nel 2013 ha rispolverato la sua passione iniziando a collaborare con diversi siti e blog sportivi. 

All’inizio del 2014 ispirato dalla sua prima figlia Aurora, ha portato a compimento e pubblicato con Nicola Calabria Editore “Nel nome del padre”, opera premiata nel 2014 nell’ambito del concorso internazionale diaristico “Premio Filippo Maria Tripolone” e di quello nazionale “Narrando per passione”. 

Un diario che racconta il viaggio della gravidanza e i primi mesi da genitori dal punto di vista del padre. 

Nel 2015 pubblica con CSA EDITRICE il romando “Una Vita da Rivivere” premiato nel 2016 all’interno del Premio Culturale Nazionale “Cesare Beccaria” con menzione d’onore.

All’inizio del 2016 autopubblica l’eBook “A pane e Juventus”.

Nel 2019 invece è tra i finalisti del premio internazionale “Michelangelo Buonarroti” con il racconto (Ri)Trovarsi. 

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