
- Origini: Che cosa l’ha ispirata a scrivere “Imperfette Epifanie”? C’è stato un momento o un evento particolare che l’ha spinta a intraprendere questo viaggio poetico?
Non ricordo esattamente e credo nessun poeta abbia mai in un preciso momento di un dato giorno potuto decretare l’atto di nascita di una raccolta poetica. Si inizia per diletto, per sfida, per necessità e, ammettiamolo, anche per vanità. La prima filastrocca, che dedicai ai miei figli, la scrissi a 33 anni e non era un granchè; si comincia quasi sempre così: un po’ zoppicando e senza prendersi troppo sul serio; poi non scrissi più per molti anni. Ricominciai molto dopo, e la scrittura poetica non fu subito come un fiume fluente; ancora adesso zoppico e non so prendermi davvero sul serio.
- Titolo: Il titolo “Imperfette Epifanie” è molto suggestivo. Come ha scelto questo titolo e quale significato spera che trasmetta ai lettori?
Il titolo si riferisce alla parola poetica come rivelazione. Mentre per i cristiani l’Epifania è la rivelazione perfetta, la Luce venuta nel mondo per la salvezza dell’umanità, la manifestazione salvifica del divino che si incarna, i miei versi sono incontrovertibilmente dei miseri bagliori, imperfetti e intermittenti, sicuramente destinati a rimanere addirittura invisibili. E’ un destino ineluttabile, forse. Il più delle volte il poeta si riduce a scrivere per se stesso.
- Processo creativo: Qual è il suo processo di scrittura? Scrive in momenti di intensa emozione o riflette a lungo su ogni verso?
Il processo creativo cambia da poesia a poesia. Alcune nascono fulminee da una forte emozione e sono veloci come un respiro, altre richiedono un sanguinamento e una medicazione, come quelle che fanno riaffiorare dolori e che per arrivare sulla carta devono prima scorticarti viva.
- Temi: Quali temi ricorrono con maggiore frequenza nella sua raccolta? Ci sono argomenti o emozioni che sentiva fossero essenziali da esplorare in “Imperfette Epifanie”?
I temi cambiano a seconda delle emozioni che vivo e questa silloge non ha un tema unico, vi si trovano cose molto diverse tra loro, per forma e contenuto. Il tema ricorrente è l’amore, appena trovato o appena perduto, o quello che dura anche se osteggiato dall’ineluttabilità delle situazioni e, per questo, sublima attese e desideri e dona ardore sofferente ai giorni. Quell’amore che si mantiene anche se non si promette mai.
Anche la Natura è un’importante fonte di ispirazione per me: spesso, messa di fronte al suo quotidiano miracolo, mi commuovo e sento più forte l’appartenenza, il privilegio di essere al mondo, di godere del bello, nonostante tutto il resto che bello non è.
- Influenze: Ci sono poeti o autori che l’hanno particolarmente influenzata nel suo percorso di scrittura?
I grandi poeti e scrittori siciliani: Quasimodo, Bufalino e Sciascia, con il loro linguaggio barocco, il loro lirismo impastato di salmastro e isolitudine. Ma anche i poeti maledetti per la loro potenza espressiva e le poetesse Patrizia Cavalli e Patrizia Valduga, cui mi ha paragonata il poeta Franco Arminio. Adoro Mariangela Gualtieri, Chandra Livia Candiani, Milo De Angelis; amo anche scoprire poeti nuovi e un po’ invisibili come me: mi esalta la consapevolezza che c’è un immenso mondo poetico sommerso che tesse incessantemente bellezza all’insaputa dei più.
- Evocazione: La poesia ha il potere di evocare immagini e sensazioni nel lettore. C’è una poesia in particolare nella sua raccolta che spera tocchi profondamente i suoi lettori?
E’ vero: se la poesia è autentica nel senso che muove da emozioni profonde, riesce a trasmettere sensazioni simili e ha dunque il potere di esumare emozioni sepolte o sopite. A volte l’io poetico scava nelle ombre, nelle zone oscure di noi stessi, profondamente irrazionali, e il lettore spesso trova familiare quel mondo di ombre cui faticosamente prova a dare un nome. Per questo non posso individuare una poesia sola, ma ognuna spero possa disseppellire in chi legge un ricordo o un momento di disperata o di lieta vivezza. Se proprio devo, scelgo questa: quando raggiungiamo la consapevolezza e l’accettazione che nulla ci appartiene, saremo in pace con noi stessi, forse mai….
NULLA E’ MIO
Un cianidrico silenzio
Abbevera lontananze
Mi allontano, volo e torno
Al nido vuoto
Mentre imparo
Che mai nulla è solo mio:
Non un figlio
Nessun cuore d’uomo
Nè la nostalgia di Dio
- Riflessioni personali: Come ha scelto le 40 poesie da includere in questa raccolta? Rappresentano tutte fasi specifiche della sua vita o sono state scelte per altri motivi?
Banalmente direi che ho scelto le più belle. Tutte narrano frammenti della mia vita, sono tutte sincere e sono in ordine cronologico (nella versione mia privata hanno anche una data). Ho selezionato quelle che hanno un bel suono e che non cercano di essere niente di diverso da ciò che sono, cioè a dire tutte quelle che erano pronte…
- Ricezione: Qual è stata la reazione dei lettori e degli altri poeti alla sua raccolta? C’è stata qualche risposta che l’ha particolarmente sorpresa o commossa?
Sono molti i lettori che hanno espresso elogi, alcune amiche e amici hanno voluto manifestarmi la loro emozione e il loro entusiasmo e li ho graditi al pari della reazione sincera e preziosa del poeta Franco Arminio che, inutile dirlo, mi ha onorata oltremodo.
- Futuro: Ha in programma di scrivere un’altra raccolta di poesie? Quali temi o emozioni le piacerebbe esplorare in futuro?
Continuo a scrivere, sì, e sempre in modo eclettico e vario, usando tutte le diverse cromie di una tavolozza di colori. E’ probabile che pubblichi a breve una nuova raccolta. Chissà…
- Messaggio: Se i lettori dovessero portare via un messaggio o una lezione da “Imperfette Epifanie”, quale spera che sia?
Restate in ascolto della vita a cuore aperto! A cuore aperto….
“Questo libro mi piace, porta echi di altre poetesse, ma lo fa con una cifra personale e una vocazione autentica. C’è gioco e necessità, c’è quel che serve alla poesia.”
FRANCO ARMINIO
L’ Autrice
Loredana Iaconinoto è nata a Modica (Ragusa) l’11 dicembre 1969, si è laureata in Economia e Commercio presso l’Università degli studi di Catania e ha vissuto per qualche anno in Germania; da oltre vent’anni vive a Verona, dove insegna diritto ed economia in un istituto superiore. E’ madre di tre figli: Lorenzo, Alessandro e Anna. Ama il cinema e il teatro, oltre che cucinare per gli amici e viaggiare; adora gli animali, il canto e la fotografia.

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