INTERVISTA ALL’ AUTRICE: “I luoghi di George Gordon Byron nel Veneto. Il Lord che parlava veneziano.” di Aurora Soranzo

1. Aurora, cosa ti ha ispirato a scrivere un libro focalizzato sui luoghi veneti di Lord Byron?

Ammiravo profondamente Lord Byron per la sua genialità e desideravo diffondere la consapevolezza della sua presenza nel territorio veneto, che fino ad allora era stato poco approfondito. Mi sono impegnata per aggiungere un pezzo mancante a questo puzzle, cercando di colmare le lacune e di fornire una visione più completa.

2. Mentre stavi conducendo la tua ricerca, c’è stata qualche scoperta particolarmente sorprendente riguardo a Byron e al suo legame con il Veneto?

Lord Byron era un assiduo frequentatore del salotto della Contessa Marina Querini Benzoni a Venezia, la quale rappresentava per lui una confidente di grande valore e un’amica fidata. Inoltre, la Contessa era la protagonista di una celebre canzone molto amata a Venezia, chiamata La Biondina in gondoletta, che era stata messa in musica dal maestro Gian Simone Mayr. La Contessa era inoltre amica di Ugo Foscolo, il quale fu colui che introdusse Lord Byron a lei.

3. Come hai affrontato la sfida di bilanciare gli aspetti biografici di Byron con la descrizione dettagliata dei luoghi che frequentava?

Ho cercato di analizzare la sua biografia sia in italiano che in inglese, confrontando i dati attraverso la documentazione dell’Archivio di Stato di Venezia. Ho creato una cronologia delle date e dei luoghi del suo soggiorno in Italia, concentrandomi soprattutto sulla regione del Veneto. Durante la mia ricerca, mi sono focalizzata su alcune lacune presenti in alcune biografie scritte da altri autori. Sono andata personalmente sul posto e ho documentato tutto attraverso fotografie e interviste con i custodi di alcuni reperti legati al poeta inglese. Ad esempio, ho scoperto il suo passaggio ad Arquà Petrarca con la sua compagna Teresa Gamba, che insieme hanno firmato il libro dei visitatori presso la casa del poeta Francesco Petrarca. Questo libro è attualmente conservato presso il Museo degli Eremitani di Padova.

4. Lord Byron è noto per il suo spirito ribelle e la sua personalità carismatica. Hai riscontrato tracce di queste caratteristiche nelle sue interazioni con la gente del Veneto?

Lord Byron era un individuo straordinario e unico nel suo genere. Non si adattava alle convenzioni sociali, era aperto e sincero, e nutriva una forte avversione per l’ipocrisia. Per lui, la noia rappresentava un ostacolo alla sua creatività, quindi aveva bisogno di essere costantemente stimolato e ispirato. Era attratto dai viaggi e dalla compagnia di intellettuali che condividevano le sue stesse passioni culturali. Uno dei suoi stretti amici era il suo gondoliere, Giovanni Falcieri, soprannominato “Tita” nella laguna. La loro amicizia era basata sulla franchezza di Tita e sulla sua natura pratica, poiché non amava perdere tempo in cose futili. Tanto era il legame tra loro che Tita lo accompagnò fino al suo ultimo viaggio in Grecia, considerato da Byron come il suo braccio destro.

5. Il Caffè Florian a Venezia ha una storia ricca e multistrato. Puoi condividere un aneddoto particolarmente interessante riguardo a Byron e le sue frequentazioni in questo storico locale?

Il Caffè Florian era un luogo frequentato anche da Ugo Foscolo. Lord Byron non provava molta simpatia nei confronti di Foscolo a causa delle critiche che quest’ultimo rivolgeva ai suoi scritti. Foscolo, sentendo fortemente il bisogno di un principio religioso, era contrario al comportamento morale del poeta inglese. Allo stesso modo, quando Byron si trovava al Caffè Florian e vedeva Foscolo, cercava di nascondere il volto dietro un giornale per non farsi notare dal poeta italiano oppure cercava di cambiare stanza per evitare di incontrarlo.

6. Nel tuo libro, come hai affrontato la tensione tra la Venezia “turistica” e la Venezia

“vera” attraverso gli occhi di Byron?

Le due Venezie erano completamente diverse. La Venezia di Lord Byron era considerata un’ispirazione per molti intellettuali a causa della sua singolarità. Dopo la caduta della Repubblica Serenissima, la città aveva perso gran parte del suo splendore e si trovava ancora in una fase di rinascita, un aspetto che Byron aveva notato e inserito nelle sue opere. Al contrario, oggi Venezia è meta di numerosi turisti provenienti da tutto il mondo, poiché rappresenta la città dell’amore per molte coppie ed è unica nel suo genere per la sua architettura e struttura.

7. Hai menzionato che Byron vedeva Venezia come una sorta di rifugio. Secondo te, cosa rappresentava la città per lui a livello emotivo e spirituale?

Per Lord Byron, Venezia rappresentava una sorta di rinascita dopo il suo fallimentare matrimonio con Anne Isabella Milbanke. Anne aveva abbandonato il tetto coniugale portando segretamente con sé la loro figlia Augusta Ada, che sarebbe diventata nota al pubblico come Ada Lovelace. Inoltre, c’erano voci diffamatorie che circolavano, provenienti sia dalla ex moglie che dalla cugina Lady Caroline Lamb, che lo accusavano di essere pazzo e di intrattenere una relazione incestuosa con la sorellastra di lui, Augusta Ada Leigh.

8. Oltre a Byron, hai citato altri artisti e letterati che frequentavano Venezia nello stesso periodo. Come influenzavano e interagivano tra loro?

La loro interazione si basava sulla condivisione di opinioni, anche attraverso le esperienze quotidiane, e sui suggerimenti riguardanti le opere che ogni artista desiderava presentare. Questo creava un ambiente di scambio e di valutazione delle bozze che si volevano proporre. In quel periodo c’era molta apertura mentale e gli artisti cercavano di aiutarsi reciprocamente, sfruttando le proprie peculiarità.

9. Sei riuscita a identificare qualche luogo specifico nel Veneto che, secondo te, ha avuto un impatto particolarmente profondo sulla scrittura di Byron?

Lord Byron decise di trascorrere la maggior parte del suo tempo sull’Isola di San Lazzaro degli Armeni, situata a Venezia e abitata da una piccola comunità di monaci appartenenti all’ordine dei Mechitaristi. Durante il suo soggiorno, fece amicizia con padre Paschal Aucher e insieme iniziarono a studiare la lingua armena, collaborando alla creazione di una grammatica per gli armeni che volevano imparare l’inglese. Inoltre, pubblicò il primo dizionario armeno-inglese e inglese-armeno.

10. Infine, cosa speri che i lettori traggano dal tuo libro? C’è un messaggio o una percezione particolare di Byron e Venezia che vorresti fossero evidenziati?

Desideravo presentare il territorio del Veneto attraverso la figura famosa di Lord Byron e mi entusiasmava l’idea che chiunque leggesse il libro potesse seguire le sue stesse tracce. Volevo che i lettori potessero vivere le emozioni che egli provò e scoprire le bellezze locali che lui stesso affrontò, insieme ai coniugi Shelley che fecero tappa e scrissero alcune opere, come ad esempio nei Colli Euganei nel padovano, dove si rifugiarono. Spero che con questo lavoro sia riuscita a colmare alcune lacune inedite.

L’AUTRICE RACCONTA:

Ho voluto condividere la storia del mio territorio veneto attraverso il celebre poeta

inglese George Gordon Byron, ma ho deciso di concentrarmi esclusivamente sul suo

talento artistico anziché sul suo tumultuoso lato sentimentale, che è stato già oggetto di

studio da parte di altri. Ho creato una narrazione che incorpora anche i miei sentimenti

personali. Le mie ricerche su George Gordon Byron sono iniziate nel 2019 presso

l’archivio di Venezia, dove ho scoperto informazioni sulle sue esperienze in Italia, che

sono state documentate anche nei libri che ho letto sia in italiano che in inglese. Le fonti

primarie, come diari, lettere, registri, documenti ufficiali, fotografie e opere d’arte, hanno

costituito la base della mia ricerca. Inoltre, in quanto esperta di grafologia, ho analizzato

le sue lettere per comprendere meglio la sua personalità. Durante la lettura, ho annotato le

mie riflessioni su un quaderno a righe, un metodo che si è rivelato molto utile per me.

Oggi, se non ho una matita a portata di mano, nemmeno apro un libro.

Mio padre, Dario, che era un esperto di glottologia, è stato un punto di riferimento per

molti amanti della storia. Insieme a lui ho condiviso l’amore per il territorio e la passione

per l’apprendimento, così come il rispetto per il passato e l’importanza di dialogare con

umiltà. Ogni avvenimento storico era un’opportunità per noi di investigare e

approfondire. Da bambina, mi divertivo a fermarmi di fronte a iscrizioni latine o

ammirare la bellezza delle ville circostanti, considerandole come un gioco e una fonte di

intrattenimento. Scattavo foto e annotavo informazioni nel mio diario, sentendomi

coinvolta in una scoperta. Questa esperienza colorava le mie giornate. Grazie a questi

insegnamenti, ho continuato a coltivare la mia passione per la scrittura.

Sono una persona riservata e discreta, e forse è per questo che molte persone si confidano

con me. Non amo parlare di me stessa o dei miei problemi, preferisco risolverli da sola e

tenerli per me. Tuttavia, non tollero la maleducazione e la mancanza di rispetto in

qualsiasi forma. Nel mio tempo libero, mi piace andare in bicicletta, fare lunghe

passeggiate, viaggiare e imparare cose nuove. Ma adoro anche trascorrere del tempo a

casa. Basta che abbia un posto tranquillo, uno stereo, alcuni libri, una coperta e,

soprattutto, delle tazze per le tisane. Senza questa possibilità di dialogare con me stessa,

non funziono correttamente e mi sento persa.

Chi è L’ Autrice

Aurora Soranzo è una professionista nel campo della grafologia, nata il 15 febbraio a

Padova e di origini veneziane. Il suo lavoro consiste nell’analizzare la scrittura delle

persone al fine di individuare le loro capacità, limiti e potenziali miglioramenti in

relazione al ruolo che intendono svolgere. Attraverso le sue analisi, aiuta i candidati a

prendere consapevolezza delle loro attitudini e risorse necessarie per valutare la loro

idoneità per una determinata posizione. Oltre alla sua attività di grafologa, si distingue

anche come autrice di saggi e articoli che esplorano la storia locale. La sua scrittura si

concentra sui contesti storici di specifiche aree geografiche, approfondendo gli eventi e le

influenze che hanno plasmato le comunità nel corso del tempo. Il suo lavoro rappresenta

un prezioso contributo per coloro che desiderano approfondire la loro conoscenza della

storia locale. Nel 2021, ha pubblicato un libro intitolato “I luoghi di George Gordon

Byron nel Veneto. Il Lord che parlava Veneziano” con Mazzanti Libri.

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